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L’Arabia Saudita abbandona il deserto e porta la sua città futuristica per milionari sul mare

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una corsa globale alla creazione di spazi unici che combinano tecnologia, lusso e visione futuristica. Dall’imponente città di Lusail in Qatar, costruita attorno al circuito MotoGP di Losail e che ora ospiterà la finale dei Mondiali di calcio, agli ambiziosi progetti di isole artificiali al largo di Barcellona e nel Mar Rosso, l’idea di reinventare l’ambiente urbano e naturale non conosce limiti. Prima che Lusail catturasse l’attenzione mondiale, un gruppo di investitori immaginava già un’altra meraviglia: un’isola artificiale di lusso al largo delle coste di Barcellona. Di questo progetto chiamato Sindalah vi abbiamo parlato qualche tempo fa… ma ci sono state novità ancora più sorprendenti, se possibile, fino ad oggi. L’Arabia Saudita ha cercato di creare una città per miliardari che dovrebbe sorgere nel bel mezzo del deserto. Il piano è fallito e hanno dovuto trasferirsi in mare.

Sindalah, un’isola di lusso su misura

Non lontano da lì, in Arabia Saudita, la recente creazione dell’isola di Sindalah nel Mar Rosso segna una pietra miliare nella progettazione e nello sviluppo di destinazioni turistiche di lusso. Ideata dallo studio di architettura specializzato in yacht Luca Dini e promossa dal megaprogetto NEOM, Sindalah si estende su 840.000 metri quadrati e ha richiesto un investimento colossale di 500 miliardi di euro. Questo progetto non solo combina la bellezza naturale dell’ambiente con un’infrastruttura futuristica, ma ha già aperto le porte ai primi turisti, posizionandosi come un luogo esclusivo per viaggiatori con un elevato potere d’acquisto.

NEOM, la città creata per i miliardari

Guidato dal Mobilona Space Hotel, questo progetto da sogno prometteva oltre 2.000 suite con tariffe che oscillavano tra i 300 e i 1.500 euro a notte. Sebbene non sia ancora stato realizzato, questa idea riflette la crescente tendenza a fondere alloggi esclusivi con innovazioni architettoniche e sostenibilità in ambienti marittimi.

Come possiamo vedere, non tutto è stato un successo in questa ondata di megaprogetti. L’ambizioso piano originale di NEOM, la città futuristica costruita nel mezzo del deserto saudita, ha affrontato numerose sfide. Problemi logistici, costi elevati e dubbi sulla sua fattibilità hanno messo in discussione questa iniziativa che voleva essere un simbolo mondiale di modernità e sostenibilità.

Recentemente, il ministro dell’Industria dell’Arabia Saudita ha confermato in un’intervista che NEOM non è morta, ma sta subendo una profonda trasformazione. L’idea iniziale, concepita come una città utopica, è in fase di riconfigurazione per adattarsi meglio alle priorità economiche e sociali del regno. Invece di una megalopoli nel deserto, l’obiettivo è ora quello di creare un polo tecnologico e industriale che promuova l’innovazione, la produzione avanzata e le energie rinnovabili, in linea con l’ambiziosa Visione 2030 del Paese per diversificare la propria economia e ridurre la dipendenza dal petrolio.

Questa svolta strategica mira anche ad attrarre investimenti stranieri e talenti internazionali, elementi chiave affinché NEOM possa diventare un punto di riferimento globale non solo per il suo design architettonico, ma anche per la sua capacità di generare uno sviluppo economico sostenibile e tecnologico.

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