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Prezzo dell’oro: l’impatto dell’accordo tra Stati Uniti e Cina sul metallo

L’oro ha sfiorato i 4.000 dollari l’oncia mentre gli operatori analizzavano una tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, che non è riuscita a dissipare le preoccupazioni a lungo termine sulle due maggiori economie mondiali.

Dopo l’incontro storico: perché l’oro scende dell’8% con la tregua tra Washington e Pechino

Il leader cinese Xi Jinping ha messo in guardia dal pericolo di “rompere le catene di approvvigionamento” nelle sue prime dichiarazioni pubbliche dopo uno storico incontro con il presidente americano Donald Trump che ha assicurato una tregua commerciale di un anno tra le due nazioni.

I colloqui tra i due leader sembrano aver risolto, per ora, mesi di tensione, ma una pausa di un anno servirà probabilmente solo a stabilizzare le relazioni e a dare tempo a ciascuna parte di ridurre la propria dipendenza strategica.

La distensione ha anche messo in evidenza il crescente potere economico della Cina dal primo mandato di Trump come presidente degli Stati Uniti, un cambiamento che sta alimentando l’interesse per i beni rifugio.

L’oro è diretto verso il suo secondo calo settimanale consecutivo ed è sceso di oltre l’8% dal massimo storico di oltre 4.380 dollari raggiunto il 20 ottobre.

Questo calo è stato recentemente alimentato dalle minori aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Il presidente Jerome Powell ha avvertito gli investitori di moderare le loro aspettative di una riduzione a dicembre dopo il taglio di un quarto di punto percentuale di mercoledì.

Anche i deflussi di capitali dai fondi quotati in borsa sostenuti dall’oro hanno indebolito parte del sostegno che ha alimentato il vertiginoso rialzo. Le partecipazioni totali degli ETF sull’oro sono diminuite per sei giorni prima di registrare entrate nette giovedì, secondo i dati raccolti da Bloomberg.

“Una combinazione di tagli drastici, una tregua nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, oltre a forti deflussi di capitali dagli ETF sull’oro, stanno contribuendo al clima correttivo”, ha affermato Robert Rennie, analista delle materie prime presso Westpac Bank Corp. L’oro potrebbe scendere nuovamente fino a circa 3.750 dollari, ha aggiunto.

Nonostante il recente calo, quest’anno l’oro è salito di oltre il 50%, spinto dalla domanda degli investitori tradizionali che cercano di proteggere i propri portafogli dal rischio e dall’aumento degli acquisti da parte delle banche centrali, secondo un rapporto pubblicato giovedì dal World Gold Council.

Le banche centrali hanno acquistato il 28% in più di oro nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, invertendo la tendenza al ribasso osservata all’inizio dell’anno.

L’oro spot è sceso dello 0,7% attestandosi a 3.997,79 dollari l’oncia a New York. L’indice Bloomberg Dollar Spot è salito dello 0,2%. Argento, platino e palladio hanno registrato cali.

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