Un gruppo di ricercatori dell’Università Federale di Roraima (UFRR) ha annunciato il ritrovamento di impronte fossili di dinosauri nell’Amazzonia brasiliana, un fatto senza precedenti nella regione. Le impronte, conservate in formazioni rocciose, presentano una grande varietà di dimensioni e forme, il che suggerisce la presenza di diverse specie preistoriche. La scoperta risale al 2011, quando un professore di geologia notò dei modelli insoliti in affioramenti di arenaria che non figuravano nelle mappe geologiche. “Ho visto una lastra, che è una sorta di affioramento di arenaria, alta tra i 50 centimetri e un metro, che non figurava sulle mappe. Ma posso assicurarvi che abbiamo trovato impronte di quei dinosauri giganti, alti più di 10 metri, e persino piccole impronte di velociraptor”, ha spiegato Vladimir de Souza, ricercatore dell’UFRR.
14 anni di ricerche per confermare le impronte

Per 14 anni, un team multidisciplinare guidato dall’UFRR ha analizzato i crateri e le formazioni fino a confermare che si trattava effettivamente di tracce di dinosauri.
Gli studi hanno determinato che gli animali abitavano la regione 110 milioni di anni fa, in un ambiente che oggi è occupato da comunità indigene e proprietà rurali del comune di Bonfim, nello stato di Roraima, vicino al confine con la Guyana.
Secondo i risultati, sono stati identificati sei generi di dinosauri nel nord di Roraima. Tuttavia, gli scienziati stimano che la diversità potrebbe aver raggiunto più di 20 generi diversi durante il periodo cretaceo.
Prove di flora antica e nuovo potenziale turistico

Oltre alle impronte, il team ha trovato resti di vegetazione che coesisteva con i dinosauri e ha contribuito alla formazione del lavrado, un bioma caratteristico dell’Amazzonia settentrionale. “Abbiamo anche osservato tutta una serie di trasformazioni nella biota. Ad esempio, le piante si sono diversificate in modo significativo. Ora troviamo conifere, come pini, piante da fiore e felci”, ha affermato l’antropologo Carlos Vieira, che ha partecipato alla ricerca.
I ricercatori hanno in programma di creare un parco geologico nel sito per promuovere il turismo scientifico e la conservazione del patrimonio paleontologico. “Stiamo espandendo questa ricerca a tutto lo stato e ad altri luoghi. E troviamo sempre di più. Non sappiamo quanto ci sia ancora da studiare qui”, ha aggiunto Vladimir de Souza.
