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Il rame continua a riflettere la carenza strutturale del metallo: raggiunge un nuovo massimo nel 2021 e sfiora i prezzi storici

In un anno in cui i metalli preziosi stanno dominando indiscutibilmente il mercato delle materie prime, anche il rame sta registrando un andamento eccezionale, sostenuto da una situazione fondamentale in cui il deficit dell’offerta sembra strutturale e di lungo periodo. Tuttavia, ora ci sono anche elementi a breve termine che stanno contribuendo ad aumentare i prezzi del metallo industriale; tutto è pronto affinché il rame raggiunga nuovi massimi, mai visti dal 2021, e minacci di superare i prezzi più alti della storia, raggiunti proprio quell’anno. Da inizio anno, il prezzo del rame è aumentato di quasi il 30%, un rialzo superato solo dal platino, dal palladio, dall’oro e dall’argento nella lista delle principali materie prime sul mercato. Mercoledì il metallo industriale ha toccato i 11.038 dollari per tonnellata, un nuovo massimo che non si vedeva dal 2021, quando raggiunse i 11.299 dollari per tonnellata, il valore più alto mai registrato in questo mercato. Il motore dell’aumento del prezzo del rame è, in sintesi, un deficit strutturale di produzione: la domanda sta crescendo molto per diversi motivi, mentre l’offerta sta incontrando difficoltà a crescere negli ultimi anni, a causa della mancanza di investimenti in passato in nuove fonti di produzione e perché le miniere più redditizie del mondo sono praticamente esaurite.

Un rally che non si fermerà

Con questa situazione strutturale di fondo, gli analisti ritengono che il rally del rame continuerà nei prossimi mesi e prevedono, nel caso di Citi, la possibilità che nei prossimi mesi si ripeta un rally rialzista simile a quello degli anni 2023 e 2024. La banca statunitense spiega ora che “siamo ottimisti sul rame nel medio termine, con un’aspettativa di rivalutazione del 15% circa, fino a 12.000 dollari per tonnellata”, sottolineano gli analisti di Citi.

Questi spiegano come il metallo abbia “una situazione fondamentale al rialzo, per la sua esposizione alla transizione strutturale dell’energia e alle tendenze dell’intelligenza artificiale”, sottolineano. Non bisogna dimenticare che il rame è una materia prima fondamentale per lo sviluppo dell’IA, a causa dell’elevato consumo di rame dei data center, ed è anche un elemento chiave della transizione energetica verso fonti rinnovabili, a causa del consumo di rame che questa genera. L’industria delle auto elettriche è un altro dei pilastri che ora sostiene il metallo, quindi il suo sviluppo sarà un altro punto a suo favore.

E non solo: anche l’andamento del ciclo economico sembra ora favorire il rame e la ripresa, grazie agli stimoli che si stanno preparando in diverse parti del mondo, sia con il sostegno delle banche centrali, come ci si aspetta dalla Fed negli Stati Uniti, sia con programmi di investimento pubblico come quelli che sta preparando la Germania.

Inoltre, l’ultimo avvicinamento tra Cina e Stati Uniti per concludere un accordo commerciale sta sostenendo i rialzi del metallo, uno degli asset più ciclici esistenti sul mercato delle materie prime.

Sembra quindi chiaro che, sia nel breve che nel medio e lungo termine, la tendenza per il rame sarà al rialzo. “È possibile che nei prossimi sei mesi assisteremo a una ripetizione dei mercati rialzisti osservati nel 2023 e nel 2024, con gli investitori che entreranno in modalità FOMO [la paura di rimanere fuori] e un forte rialzo dei prezzi”, spiegano gli esperti di Citi.

Già nel 2024, l’industria del rame aveva avvertito che le miniere di petrolio più redditizie si stavano esaurendo, con stime, come quella di BlackRock, secondo cui il prezzo del rame che apriva la porta a investimenti redditizi in nuove miniere era di 12.000 dollari. Il metallo sembra quindi destinato a raggiungere almeno tale prezzo, il che significherebbe raggiungere un nuovo massimo storico. Ora, Morgan Stanley avverte che il mercato del rame subirà il deficit più grave degli ultimi 20 anni nel prossimo anno.

Dal punto di vista dell’offerta, un altro dei motivi che sta generando gli ultimi aumenti del prezzo del rame sono i problemi che hanno colpito diverse importanti miniere del pianeta negli ultimi mesi e che contribuiranno ad alimentare il deficit previsto per i prossimi anni. Lo scorso settembre Freeport McMoran ha subito un grave problema in una delle sue miniere più importanti, Grasberg, in Indonesia, quando un flusso di 800.000 tonnellate di fango e acqua è entrato nella miniera e ne ha costretto la chiusura dopo la morte di sette lavoratori. Secondo la società mineraria, la produzione non si riprenderà fino al 2027.

Allo stesso modo, Ivanhoe Mines ha subito attività sismica nella sua miniera di Kakula, nella Repubblica Democratica del Congo, nel maggio 2025. Ciò ha costretto l’azienda a ridurre il suo obiettivo di produzione per quest’anno, da 520.000-580.000 tonnellate a 370.000-420.000. Anche Codelco, il più grande produttore mondiale di metallo, ha recentemente avuto dei problemi quando, alla fine di luglio di quest’anno, un incidente nella sua miniera El Teniente, in Cile, ha costretto a frenare la produzione.

La combinazione di una forte domanda, con un’offerta debole che non riesce a tenere il passo, e la necessità di nuovi investimenti, sembra rendere inevitabile che il rally del metallo industriale più rialzista del 2025 continui nei prossimi mesi.

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