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Un ragazzo di 19 anni salva il panificio del paese e assume i suoi genitori: “Non avrei mai immaginato di lavorare per mio figlio”

A 19 anni, quando la maggior parte dei giovani sta ancora decidendo cosa studiare o cosa fare nella vita, Bryan Jonniaux ha già fatto la storia nel suo paese, Signy-le-Petit, una piccola località di 1300 abitanti nelle Ardenne francesi. La sua storia sembra irreale, ma è vera: ha salvato il panificio del paese, ha riportato il profumo del pane caldo nelle strade e, tra l’altro, ha convinto i suoi genitori a lavorare con lui. Fin da piccolo, Bryan sognava di diventare panettiere. Niente astronauti o star del cinema: la sua passione era la farina, il forno e le albe. Oggi, quel bambino con le mani piene di pasta gestisce La Maison des Pains, un panificio che è diventato l’orgoglio del comune e che distribuisce il suo pane in una trentina di paesi vicini. Il suo successo non è casuale: dietro c’è disciplina, una giornata che inizia alle due del mattino e un impegno che nemmeno le banche hanno saputo valutare in tempo.

Un sogno impastato a mano

Quando Bryan decise di acquistare il panificio del paese, non tutti credettero in lui. Durante la sua prima visita in banca, gli impiegati risero della sua idea. Troppo giovane, pensarono. Ma l’incredulità non fu un ostacolo: con il sostegno dei suoi genitori, il giovane panettiere ottenne il prestito e avviò l’attività. Oggi, i suoi forni consumano circa quattro tonnellate e mezzo di farina al mese e riforniscono non solo i vicini, ma anche campeggi, scuole, ristoranti e hotel della regione.

Suo padre, che ora lavora con lui nei forni, confessa con orgoglio: “Non avrei mai immaginato di lavorare per mio figlio”. Sua madre, invece, si occupa del negozio e dei clienti, che ogni mattina fanno la fila per acquistare i suoi prodotti. “Alla sua età, la maggior parte dei ragazzi preferisce uscire la sera”, dice il padre, con un misto di stupore e orgoglio.

Una famiglia che si alza con il sole

Il successo di Bryan non si misura solo in termini di vendite, ma anche nell’atmosfera che ha creato. Nel laboratorio lavorano anche due commesse e un apprendista, formando una vera e propria “famiglia del pane”. Le giornate sono lunghe: dalle due del mattino alle sette di sera, sei giorni alla settimana; ma il giovane panettiere assicura che ne vale la pena per la soddisfazione di vedere il suo team coinvolto e i clienti felici.

“La cosa più bella non è solo ascoltare i complimenti per il pane o i dolci”, dice, “ma vedere che tutti mettono il cuore in quello che facciamo”.

Con il suo entusiasmo e la sua costanza, Bryan ha realizzato qualcosa che sembrava impossibile: rivitalizzare un mestiere tradizionale, ispirare la sua comunità e dimostrare che i sogni, quando si lavora con passione, possono nutrire un intero paese.

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