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AMD è oggi un gigante dei semiconduttori. All’inizio era qualcosa di molto più modesto: una copia sfacciata di Intel

Oggi AMD è un gigante assoluto nel settore dei semiconduttori e i suoi chip sono tra i più avanzati al mondo. La sua storia di innovazione è innegabile, ma l’origine dell’azienda è stata piuttosto singolare: hanno copiato senza pietà un chip di Intel. Nell’estate del 1973 Ashawna Hailey, Kim Kailey e Jay Kumar lasciarono il loro lavoro alla Xerox. Ma prima di farlo volevano salutare in grande stile, e nel loro ultimo giorno di lavoro presero un Intel 8080, lo smontarono e poi usarono un microscopio per scattare 400 foto del die di quel microprocessore.

La nascita di un concorrente: come tre ingegneri e dei disegni rubati hanno creato l’AMD moderna

Quelle immagini permisero di “decifrare” tramite ingegneria inversa il design e l’architettura di quel rivoluzionario processore e, grazie ad esse, quei tre ingegneri poterono abbozzare gli schemi e i diagrammi logici che poi offrirono alle aziende della Silicon Valley per vedere se qualcuna fosse interessata.

AMD fu quella che finì per sfruttare quelle informazioni. L’azienda aveva appena sviluppato un processo chiamato “N-channel MOS” per la produzione di chip. L’azienda muoveva allora i primi passi e non aveva ancora ottenuto alcun risultato. AMD combinò questo progresso nelle sue tecnologie di produzione con quegli schemi e lanciò sul mercato il suo Am9080, che secondo alcune fonti iniziò a essere venduto nel 1974, ma che in realtà non iniziò a essere prodotto e venduto in massa fino al 1975, 50 anni fa.

In un’intervista con Shawn e Kim Hailey realizzata nel 1997, questi ingegneri spiegavano come quel chip AMD fosse stato un successo clamoroso perché era riuscito a essere 10 volte più efficiente nella produzione rispetto a Intel: l’azienda riusciva a ottenere 100 die per wafer, ma inoltre quel chip era quattro volte più potente dell’8080 originale.

Questo successo permise ad AMD di iniziare a produrre in massa un chip che improvvisamente registrò una notevole domanda, soprattutto nell’industria militare e della difesa. Si stima infatti che il costo di produzione di ogni Am9080 fosse di 50 centesimi, mentre il prezzo di vendita di ciascuno era di 700 dollari secondo gli ingegneri. Il margine di profitto era assolutamente straordinario.

Ciò riuscì a trasformare AMD in un’azienda di riferimento sul mercato, conferendole una posizione vantaggiosa. Una posizione che le permise di evitare infinite controversie legali e di firmare un accordo di licenza incrociata con Intel. Ciò trasformò AMD in una “seconda fonte” per la produzione dei suoi processori.

Non per amore dell’arte. A quel tempo, ottenere contratti lucrativi con le agenzie di difesa richiedeva proprio di avere una “seconda fonte” in grado di produrre chip se il fornitore originale avesse avuto qualche problema.

Ciò ha portato AMD e Intel a firmare un accordo in base al quale AMD ha pagato a Intel 25.000 dollari alla firma e 75.000 dollari all’anno per le licenze, somme ridicole, che inoltre liberavano entrambe le parti dalla responsabilità per potenziali violazioni passate. Tutto era stato dimenticato.

Quell’accordo iniziale fu importante per raggiungere il vero accordo che sigillò il futuro di AMD. Nel 1982 Intel permise ad AMD di produrre i propri chip x86. Ciò permise all’azienda di iniziare a produrre le proprie versioni di chip che utilizzavano quell’architettura, la prima delle quali si concretizzò con l’Am286 del 1982, un chip che era una versione su licenza dell’Intel 80286.

Quell’accordo riuscì a trasformare AMD nella grande alternativa a Intel. Anche se per anni rimase all’ombra del suo grande concorrente, AMD riuscì ad espandere la propria attività nel segmento delle schede grafiche e negli ultimi anni questo le ha permesso di superare Intel in termini di capitalizzazione di borsa: oggi AMD è la 25ª azienda al mondo con una capitalizzazione di 410 miliardi di dollari. Intel, nel frattempo, sta attraversando una crisi notevole e attualmente è la 96ª azienda al mondo per capitalizzazione: 182 miliardi di dollari.

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