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La NASA installerà reattori nucleari nella futura colonia lunare e aprirà la strada all’esplorazione umana di Marte

La NASA intende costruire microreattori nucleari per fornire energia alle future basi sulla Luna e su Marte. Quest’anno dovrebbe aggiudicare l’appalto all’appaltatore che svilupperà il prototipo lunare che sta sviluppando dal 2020. La NASA intende superare Cina e Russia nella corsa allo spazio e implementare una fonte di energia sostenibile per la sua prima base lunare entro il 2030. Le altre due potenze spaziali hanno annunciato l’intenzione di sviluppare i propri reattori a fissione spaziali entro la metà del prossimo decennio. Il programma sarà subordinato al successo del programma Artemis, che mira a riportare gli astronauti sulla Luna nel corso di questo decennio. Il programma spaziale relativo alla colonizzazione della Luna e di Marte è uno dei pochi settori che non ha subito tagli da parte dell’amministrazione Trump. Il bilancio della Casa Bianca, bloccato al Congresso in attesa della fine della chiusura federale, prevede di stanziare per i prossimi due anni 850 milioni di dollari (730 milioni di euro) per promuovere il programma marziano. Lo sviluppo di reattori portatili è una priorità della NASA per garantire l’elettricità minima alle colonie sulla Luna e su Marte, integrata da generatori solari ed eolici.

Microreattori spaziali

Nel 2020, il governo degli Stati Uniti ha lanciato il Progetto Pele per sviluppare microreattori nucleari portatili in grado di fornire energia in luoghi remoti. Questo progetto del Pentagono si è evoluto nell’attuale programma Jano, con il quale il Dipartimento della Difesa intende costruire reattori atomici in tutte le sue basi militari sul pianeta.

La NASA si è subito interessata all’iniziativa e, parallelamente, ha lanciato il programma FSP per sviluppare generatori atomici per le sue basi lunari. L’obiettivo è che il reattore produca elettricità sufficiente per 10 anni per alimentare una colonia di una trentina di case e funga da complemento all’energia eolica e solare.

A partire dal Laboratorio Nazionale dell’Idaho, sia la NASA che il Pentagono hanno veicolato le loro iniziative Pele e FSP attraverso contratti con aziende energetiche del settore. Attualmente, tre contratti da 5 milioni di dollari stanno progettando tre modelli diversi:

  • Lockheed Martin, BWXT e Creare. La prima è la più grande azienda militare del mondo, la seconda è una delle società atomiche più promettenti sul mercato e la terza è specializzata nello sviluppo di dispositivi criogenici.
  • Westinghouse e Aerojet Rocketdyne. La prima è una delle società elettriche più emblematiche degli Stati Uniti, mentre la seconda è una filiale di L3Harris, uno dei più importanti appaltatori militari del Paese.
  • Intuitive Machines e X-Energy con il sostegno di Maxar e Boeing. Intuitive Machines è un’azienda di esplorazione spaziale che conta diversi programmi lunari della NASA, mentre X-Energy è una delle aziende atomiche più rilevanti degli ultimi anni.

Quest’anno la NASA dovrebbe selezionare uno dei progetti e indire un concorso affinché qualsiasi azienda possa presentare un’offerta per svilupparlo e continuare ad avanzare nel processo della fase 2. Il Dipartimento della Difesa spera che il prototipo del programma gemello Pele sia pronto nel 2026 e diventi il primo reattore atomico di quarta generazione degli Stati Uniti, facilitando lo sviluppo dei generatori della NASA.

Fino a 30 case sulla Luna

Le condizioni climatiche avverse della superficie lunare rappresentano una sfida per qualsiasi missione che voglia stabilire una base permanente sul satellite terrestre. La mancanza di atmosfera rende impossibile l’uso di generatori eolici e le lunghe notti lunari (equivalenti a 14 giorni e mezzo sulla Terra) rendono eccessivamente difficile l’installazione di pannelli solari. La NASA spiega che un reattore nucleare potrebbe essere collocato in zone di ombra permanente (dove potrebbe esserci del ghiaccio) o generare energia in modo continuo durante le notti lunari.

Il piano attuale prevede la progettazione di un microreattore in grado di produrre 40 kilowatt per 10 anni, energia sufficiente per fornire elettricità a 30 abitazioni. Tuttavia, l’agenzia spaziale prevede che sarà necessario stabilire una fornitura fino a 100 kW/h, il che comporterà l’installazione di ulteriori reattori nelle colonie lunari.

I piani, in ogni caso, dipenderanno dal successo del programma Artemis, che mira a riportare gli astronauti sulla superficie della Luna mezzo secolo dopo la fine del programma Apollo. Artemis ha subito diversi ritardi, ma l’obiettivo è quello di avere uomini sulla Luna prima della fine di questo decennio.

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